Pittore italiano. Probabilmente allievo di
Piero della Francesca,
S. si interessò precocemente della cultura
artistica di Firenze, affascinato, in particolare, dal dinamismo lineare del
Pollaiolo che egli cercava di accostare a una resa marcatamente plastica della
figura umana. Al periodo giovanile risalgono diverse opere a Città di
Castello (
San Paolo, 1474, torre del Vescovo), a Cortona, a Fabriano
(stendardo con la
Flagellazione, ora a Milano, Brera), nella basilica di
Loreto. Nel 1482 venne chiamato a Roma per dipingere la cappella Sistina
(
Testamento e
Morte di Mosè, affrescato in collaborazione
con B. della Gatta). Le opere del decennio 1480-90 (
Natività,
Adorazione dei Magi,
San Sebastiano) sono caratterizzate da una
sempre maggiore complessità nella composizione delle figure che si
moltiplicano all'interno del dipinto, spingendosi al di fuori della cornice.
Tale fenomeno si evidenzia fortemente nei cicli di affreschi di Monte Oliveto
Maggiore (
Storie di San Benedetto, 1497-98) e della cappella di San
Brizio nel duomo di Orvieto (
Storie dell'Anticristo, messe in relazione
con la predicazione del Savonarola,
Resurrezione della carne, episodi
della
Divina Commedia e di poemi antichi, 1499-1503), dove, all'interno
di composizioni accentuatamente drammatiche, prevale l'esaltazione dell'energia
e della resa plastica del corpo umano, preludendo alla pittura di Michelangelo.
Per la produzione artistica dell'ultimo ventennio si affidò quasi
esclusivamente ad aiutanti e allievi (
Pala di Arcevia, 1508;
Comunione
degli Apostoli, 1512;
Concezione, 1519) (Cortona, Arezzo metà
XV sec. - 1523).
Luca Signorelli: “La Comunione degli Apostoli” (Cortona, MuseoDiocesano)
Luca Signorelli: “Deposizione” (1502)